RAPPRESENTAZIONE
DELLE SPECIFICHE DI COMPORTAMENTO
Castelnuovo
Adamo
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Introduzione
La tesi sviluppata si colloca nell’ambito
dell’automazione industriale e in particolare in quel ramo di essa che si
occupa della modellazione di sistemi. Essa si colloca all’interno
di questo contesto, e in particolare nell’ambito degli studi teorici concernenti
la modellazione di sistemi, finalizzata ad un miglioramento complessivo della
progettazione. Oggetto di studio sono i sistemi manifatturieri discreti,
cioè sistemi produttivi in cui i processi sono caratterizzati da cicli o
sequenze di lavorazione che coinvolgono unità di prodotto numerabili; il
controllo più di sovente utilizzato per tali sistemi è il controllo
logico, cioè caratterizzato da variabili di uscita del controllore di
tipo logico o discreto.
Il problema da risolvere è fondamentalmente un
problema di ordinamento e sequenziamento, come accade per la gestione
dell’accesso a risorse condivise o nell’esecuzione di sequenze di lavorazione;
il modello utilizzato per la sua descrizione è quindi un DEM (discrete event
model), cioè un modello con una struttura di transizione corrispondente a un DES
(discrete event system).
In questo
lavoro l’obiettivo della modellazione è fornire il modello di partenza
per la progettazione delle logiche di controllo; lo scopo che ci si
prefigge è quello di individuare una metodologia per
rappresentare il comportamento desiderato di sistemi manifatturieri discreti,
mediante l’ausilio di reti di Petri, che sia il più possibile flessibile
e che garantisca il soddisfacimento
delle buone proprietà caratteristiche delle reti: limitatezza, vivezza e
reversibilità. A partire da specifiche modellate correttamente, è poi
semplice e pressoché immediato ricavare il modello del controllore
logico e da questo il codice da immettere nel controllore fisico.
I punti affrontati nello
sviluppo della tesi sono stati i seguenti.
Stato dell’arte
A fronte della grande
flessibilità modellistica delle reti di Petri, le metodologie progettuali in
uso oggigiorno, di tipo top-down, di tipo bottom-up e ibride, introducono
notevoli vincoli di progetto, che vanno a limitare significativamente le
potenzialità del metodo di modellazione.
Approcci
di modellazione di tipo top-down mirano ad individuare regole di
raffinamento e vincoli di modellazione in maniera tale che alcune proprietà
fondamentali delle reti di Petri (per es: limitatezza, reversibilità e vivezza)
siano preservate durante il processo di raffinamento. Al contrario, gli
approcci di tipo bottom-up sono basati sulla fusione o
sull’aggregazione di sottoreti in cui le condizioni e i vincoli sono introdotti
sia nella modellazione che nell’aggregazione di queste sottoreti, allo scopo di
assicurare che la rete risultante possegga le proprietà fondamentali.
Le pressanti esigenze di crescita hanno favorito
negli ultimi anni un notevole sforzo nello sviluppo di modelli ad eventi
discreti formali e metodologie di progetto rigorose per il controllo logico di
sistemi. Il nuovo metodo ideato non si colloca in nessuno dei tre gruppi
indicati dalla letteratura ma usa un approccio di progettazione di tipo
incrementale che, partendo da una transizione iniziale, aggiunge passo
passo, a valle, delle sottoreti, facendo sì che la sottorete ottenuta ad ogni
passo abbia caratteristiche di correttezza formale: vivezza, limitatezza e
reversibilità.
Il
lavoro di tesi introduce una metodologia di modellazione di tipo incrementale
per la corretta rappresentazione del comportamento desiderato di un sistema
manifatturiero o batch, mediante l’utilizzo di reti di Petri standard, fornendo
la possibilità di descrivere comportamenti complessi in modo formale. La
metodologia progettuale che proponiamo non si colloca quindi, come già detto,
né tra i metodi top-down né tra quelli bottom-up, ma propone una costruzione
dei modelli per passi successivi. L’approccio proposto permette in
particolare di realizzare una modellazione semplice di comportamenti complessi
quali la concorrenza di operazioni e le operazioni di assemblaggio e
disassemblaggio precedentemente menzionate.
Ad
ogni passo l’utente modellizza alcune operazioni e specifica come
desidera connetterle al modello parziale. Mediante test
automatici si verifica la fattibilità della connessione, poiché la
richiesta avanzata dall’utente potrebbe a priori anche essere irrealizzabile o
andare ad inficiare la correttezza del modello complessivo. Se la richiesta è
soddisfacibile un altro algoritmo proposto permette di costruire automaticamente
la rete di connessione, in
maniera tale che siano garantite determinate caratteristiche di correttezza per
il modello che si ottiene a ciascun passo.
La metodologia proposta fornisce quindi delle
semplici linee guida per supportare il progettista nella costruzione dei
modelli delle operazioni ed identifica i passi appropriati che devono essere
seguiti per ottenere un modello complessivo delle specifiche che sia dotato di
buone proprietà.
Diversi
sono i vantaggi che la metodologia proposta ha, in particolare rispetto ai
metodi top-down e bottom-up citati. Prima di tutto essa, mediante la
separazione fra modello delle operazioni e modello delle risorse, permette di scomporre
in sottoproblemi la verifica della correttezza formale dei singoli
modelli. Altro vantaggio consiste nella possibilità di testare in maniera automatica, mediante
algoritmi, la realizzabilità delle specifiche desiderate
dall’utente in merito all’introduzione di operazioni e alla loro connessione
col modello parziale ottenuto ai passi precedenti. Tale realizzabilità è
verificata relativamente ad un concetto di ricetta ben definita.
Altri
due vantaggi sono: la progettazione mediante un opportuno
algoritmo della struttura di connessione, qualora la richiesta
dell’utente fosse realizzabile, mediante il concetto di WDSC (Well-defined
stage connection) e, non da ultimo, la costruzione incrementale,
che permette di considerare la ricetta, a ciascun passo, ipoteticamente
conclusa, in quanto soddisfacente le proprietà di correttezza fornite.
Il
contributo fornito dal seguente lavoro è costituito in prima istanza dagli algoritmi
che testano la fattibilità di una connessione e che, in caso di responso
positivo, la progettano automaticamente. Altri contributi sono le dimostrazioni
della correttezza degli algoritmi e la formulazione di un metodo
alternativo basato sulla topologia della rete.
La
separazione fra modello delle operazioni e modello delle risorse
ha permesso di scomporre in sottoproblemi la verifica della correttezza formale
dei singoli modelli, in maniera tale da consentire l’analisi delle
caratteristiche di reversibilità, binarietà e vivezza del solo modello delle
ricette senza l’introduzione dei vincoli fra le operazioni realizzabili
mediante l’introduzione del modello delle risorse.
Sono
stati sviluppati degli algoritmi per testare in maniera
automatica la realizzabilità delle specifiche desiderate dall’utente e per
modellizzare le ricette in modo incrementale. Questi algoritmi consentono di
costruire modelli di ricette ben definite. Inoltre, l’algoritmo di costruzione
del modello a reti di Petri non introduce vincoli particolari nella
modellizzazione, come accade nei classici approcci top-down o bottom-up, e
permette quindi di utilizzare pienamente le potenzialità di modellazione delle
reti.